Ciao Lettori!
Vi scrivo immersa nel caos di valigie, vestiti, scarpe e mentre indosso un’affascinante tuta da casa con delle scarpe con il tacco, perché, ebben sì devo pur abituarmi ad indossarle (anche se sono pienamente consapevole del fatto che sperare che alla mia laurea i piedi non si indolensiscano è quasi utopia).
Ehhh già, la mia laurea. Cavoli, ci siamo!
Venerdì è dietro l’angolo, è..dopo domani!
Quanto tempo è già passato da quando ho richiesto la relatrice, ho letto il suo nome nella lista, le ho scritto la prima e-mail titubante e timorosa di utilizzare termini sbagliati, e che differenza con l’ultima, di e-mail, che sembrava quasi confidenziale. Tanti viaggi (non è una metafora, molti viaggi Mainz-Italia prima, e casa-Verona poi). Aerei presi, aeroporto chiuso, coincidenze perse, treni in ritardo, viaggi della speranza di una durata di 12 ore, e tutto per scrivere la tesi e per arrivare alla famigerata laurea. Se volessi, potrei incominciare a raccontare di quanto parta da lontano la mia contentezza per questa laurea, anche se non tutti la condividono con me, ma non lo farò.
Mi concentro sul presente, e meno sul passato. Penso a domani, quando arriverò a Verona con tutta la famiglia, proprio come 3 anni fa. Penso a venerdì mattina quando sarò agitatissima perché durante la notte mio fratello avrà scalciato nel divano letto, o a quanto sarò psicotica e incavolata nera perché neanche un riccio avrà superato la notte (sto parlando dei miei capelli, avete capito bene!).
Penso a quando pronunceranno il mio nome, accompagnato a Dottoressa e a quel voto tanto sudato ma anche meritato. E penso agli scherzi che le mie amiche hanno in serbo, e tremo!!!
Penso alla sorpresa che farò a una cara amica, e a quelle che mi faranno. Alle foto che dovranno essere stupende, alla corona d’alloro che piccherà tantissimo (alla mia stupenda corona d’alloro, e alla sua originalità). Penso al pranzo, e al tempo, che possa venirmi incontro, accidenti!
Penso anche alle persone che vorrei avere con me venerdì, sia quelle che saranno lì, ma anche quelle che non ci sono. E un po’ mi rattristo. Purtroppo la lontananza è una brutta bestia, ma ho già promesso che farò un book fotografico che mi immortalerà in ogni attimo per far vivere anche a chi è distante la mia gioia.
Ecco, gioia. Una persona mi ha detto: “Mi raccomando, sorridi sempre!”. Lo farò, perché questa sono io, Laura che ride sempre.
Ho deciso, non abbandonerò il blog. Devo solo trovare un titolo più adatto. I giorni da laureanda stanno per arrivare al termine, e devo dire, che non mi dispiace! In fondo lo status di laureanda non può durare per sempre, giusto? (Anche se ho temuto di sì, per un po’).
Riguardo alla persona che da venerdì potrà essere chiamata dottoressa, non ho molto da dire. Se non che sono cambiata molto, da quando 3 anni fa ho ininiziato l’Università. E ne è una testimonianza la mia tesi. Non il suo contenuto, ma la sua dedica, così sentita che non ho avuto nessun dubbio ad inserire i motivi del mio cambiamento.
Ringrazio, infine, Verona e Mainz, due città
che mi hanno permesso di conoscere persone stupende,
senza le quali oggi non sarei quella che sono.
Questo è l’ultimo post da laureanda in crisi.
Beh, allora posso ufficialmente dire: LA VITA (NOIOSA) DI UNA LAUREANDA IN CRISI termina qui!
Ma non scappate, che il blog non chiude.
Stay free.
Kaylali, laureanda ancora per poco.
Ps. PREGATE per i miei poveri piedi, venerdì!!!!